export vino italiano

L’export di vino italiano nel 2021 è stato migliore del 2019

Iniziano ad emergere i nuovi numeri del vino del 2021, all’interno dei quali si fa sempre più definito il quadro delle transazioni internazionali. Il dato più interessante, infatti, è proprio quello relativo alle spedizioni, con percentuali del +12,4% superiori allo stesso periodo (Gennaio – Agosto) del 2019, cioè in epoca pre-covid.

Un buon risultato in termini di ampliamento e consolidamento di nuovi ed affermati mercati, ma anche un segno lampante della capacità di resilienza, quella della filiera enologica made in Italy, sempre più solida e pronta crescere ancora.

Le spedizioni di vino crescono nel 2021

La crescita rispettivamente del 15% e 12% rispetto al biennio 2020 e 2019 ha segnato in positivo per il vino, per un totale in valore di oltre 4 miliardi di euro. Le migliori performance si sono registrate sui mercati statunitensi, russi e cinesi. Paesi Target nei quali il vino italiano ha scelto di investire in modo deciso negli anni scorsi, e che neanche l’emergenza sanitaria è stata in grado di penalizzare eccessivamente.

Dove, invece, si è verificato un calo (ampiamente annunciato) è il mercato britannico, fiaccato non solo dalle continue ripercussioni della pandemia, ma anche dall’instabilità doganale dovuta alla questione brexit. Il mercato UK, tuttavia, continua a rappresentare un polo internazionale di rilievo per l’importazione di vini, specie per quanto concerne la ristorazione.

Il pubblico britannico è ormai più affezionato al vino che ad altre tipiche bevande alcoliche tradizionali. Lo confermano studi di settore locali e internazionali che, però, non possono che ammettere quanto la questione dei prezzi – saliti alle stelle dopo il referendum per uscire dall’Europa – giochino un ruolo primario nella competitività del prodotto.

Specie oggi, con i diffusi rincari su molteplici materie prime, che hanno interessato anche il settore vitivinicolo a causa degli aumenti sui costi di carta, vetro e zucchero, senza contare quelle sul nolo container e spedizioni in generale.

Esportazioni di vino italiano: dove cresce e perché

Sono molteplici i Paesi stranieri a far registrare incrementi nelle importazioni di vini italiani. Un trend ben visibile negli ultimi rapporti Istat e Coldiretti, dove la curva delle transazioni segna in positivo dall’Asia alle Americhe, passando per il Vecchio Continente.

Nonostante il calo in Gran Bretagna e Giappone, quest’ultimo dovuto ad una brusca frenata nei consumi, registratasi ad inizio della scorsa estate, il vino italiano torna in positivo negli USA, Cina, Russia, Canada, Svizzera, Germania e Norvegia.

Un posizionamento che rappresenta bene l’attuale capacità del vino italiano di presidiare i mercati più importanti e quelli in crescita a livello internazionale. Posizionamento, però, sul quale è ora fondamentale lavorare, come evidenziato dall’ultimo rapporto Federvini, al fine elevare in fascia premium l’attuale segmento degli imbottigliati, in gran parte rappresentato da prodotti di categoria entry level, per raggiungere la concorrenza francese e spagnola.

Il vino italiano ha bisogno di protagonisti

È un coro unanime quello lanciato dalle principali associazioni di categoria per incrementare il valore delle spedizioni di vino italiano, parallelamente al suo posizionamento. I grandi successi ottenuti in un biennio difficile, come quello appena trascorso, lasciano ben intendere il potenziale di un settore che, da solo, muove gran parte della filiera enogastronomica del Bel Paese.

Attualmente, le esportazioni di vino italiano superano, in percentuale, quelle della distribuzione in Patria, ma sono – come si evince dai report delle associazioni – ancora pesantemente legate ai canali tradizionali. Un fattore che continua a penalizzare il settore rispetto alla sempre più massiccia concorrenza internazionale, più massificata rispetto al passato a causa dell’ingresso di un numero sempre maggiore di player nei mercati principali.

Un aspetto sul quale si è già iniziato a lavorare, facendo della crisi insorta dal Covid una virtù, soprattutto grazie alle strategie online. Strategie, come le fiere digitali, in grado di rappresentare un supporto fondamentale nelle esportazioni durante i mesi più caldi della pandemia, che oggi sembrano ormai essersi affermate come modello a sé stante.

Non è un caso, infatti, se anche i “mostri sacri” dell’export di vini italiani, a cominciare da Veronafiere, abbiano scelto di rivedere i propri format di promozione e matching tra produttori e importatori in forma digitale, ovviando alle difficoltà dettate dalle restrizioni pandemiche. Una strada, a dire il vero, già intrapresa con dovuto anticipo da altri importanti Paesi produttori, ad oggi avvantaggiati rispetto all’Italia nella fruizione di piattaforme e strategie per vendere vino all’estero online.

Vendere vino online: la transizione è già iniziata

Già nei primissimi mesi dell’emergenza sanitaria è apparso evidente come il supporto di strategie e canali per vendere vino online rappresentasse una necessità per il settore. Non solo per far fronte alle restrizioni della Pandemia, quanto più perché – al di là di tutto – è oggi tempo di intraprendere questa strada.

Secondo il The Economist, infatti, la pandemia non ha che accelerato – di circa 5 anni, per la precisione – una transizione già in corso: quella dello switch verso il digitale delle economie internazionali. Un approdo con il quale anche le cantine italiane hanno iniziato a misurarsi negli ultimi anni, anche grazie al rinnovato sostegno di fondi e misure, come l’Ocm Vino, che equipara ormai le attività di promozione e vendita online a quelle tradizionali.

Il settore del vino italiano è una galassia costituita da piccole – grandi eccellenze. Un universo di cantine produttrici di imbottigliati dalla nomea celebre proprio perché strettamente legate a piccole produzioni e ad una reputation che ha saputo affermarsi al di fuori delle logiche intensive e massificate. In questo senso, il vino italiano è ancora un prodotto che potremmo definire “artigianale”, ma non per questo deve restare ancorato al passato.

Tanto più che proprio le strategie digitali, a cominciare dalle fiere online, possono in quest’ottica rappresentare una grande opportunità per le piccole cantine, meno propense, o in condizioni, di poter far fronte ai grandi investimenti previsti dai match in presenza (iscrizione, allestimenti fieristici, spedizioni e trasporto di campionature, viaggi, ect).

Se hai scelto di intraprendere questa strada, Elledue è al tuo fianco: con oltre dieci anni di esperienza nel settore dell’export di vini italiani abbiamo scelto di mettere a frutto know how e contatti con importatori internazionali per dar vita a Wine Business Hub. La prima piattaforma italiana per vendere i tuoi vini all’estero online, direttamente dal tuo ufficio.

Una fiera sempre aperta per la tua cantina, con importatori da tutto il mondo già alla ricerca di vini italiani!

Antonio Secondo



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