vendere vino all'estero

54 milioni di ettolitri in giacenza: come trovare importatori di vino senza fiere?

Vino ancora in giacenza e vendemmia alle porte: le cantine italiane a rischio produzione, tra blocco della ristorazione internazionale e annullamento di fiere di settore. La soluzione viene dall’export online.


Nonostante la partenza positiva, a discapito di ogni previsione, per il vino italiano 2020 iniziano a farsi sentire i primi, inevitabili, risvolti dettati dall’emergenza Coronavirus. Lo stop alla ristorazione internazionale, veicolo del 30% dei volumi enoici europei e del 50% del valore di mercato, unito ad un fisiologico assestamento della domanda cominciano a preoccupare operatori e produttori, che si preparano ad un autunno caldo.

A dirlo è la stessa Commisione UE, recentemente promotrice di nuovi fondi a sostegno del mercato del vino con 900 milioni di euro stanziati e sospensione semestrale dei vincoli antitrust, orientati ad offrire sostegno ai produttori. Il pericolo principale è quello di tornare a vendemmiare senza essere riusciti a smaltire i circa 54 milioni di ettolitri ancora in giacenza all’inizio di aprile. Il 57% di questi, secondo i dati del Mipaaf, sarebbe stipato in nord Italia.

Il Veneto, tanto per fare un esempio, rappresenta da solo infatti circa il 20% del vino totale ancora in giacenza, con 11,2 milioni di ettolitri. Circa il doppio di quelli di Puglia e Sicilia messi assieme.

Piccole quanto drastiche soluzioni arrivano da strategie come vendemmia verde e distillazione di crisi, a fronte, però, della perdita totale della produzione 2020. Ad opporsi con fermezza, giustamente, i produttori di vini nobili e di qualità più elevata, non propensi a rinunciare alla nuova annata, ma neanche a svenderla in stock.

Un rischio che ha mobilitato sin da subito consorzi, professionisti e referenti istituzionali, a partire dalla ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova, che già nelle prime settimane di lockdown ha riportato a Bruxelles gli umori di diversi referenti regionali, decisi a chiedere misure straordinarie per tutelare il mercato. Tra quelle previste, la revisione delle nuove rendicontazioni Ocm Vino 2019 – 2020 e nuovi contributi a sostegno delle cantine (300 milioni l’anno il budget per quelle italiane).

Il tutto orientato a mantenere competitivo il vino italiano sui principali Paesi Target di riferimento, senza rischi che la crisi in atto possa incentivare fenomeni speculativi o perdite per gli stakeholder. In sostanza, fondi a sostegno dell’export, che resta il primo canale di vendita del vino italiano, sia in termini di volume che di fatturato.

Export per resistere alla crisi: come trovare importatori senza fiere?

Il problema principale sopraggiunto con l’emergenza è stato senza dubbio l’annullamento di fiere ed eventi di settore. Vetrine che solo fino a qualche mese fa rappresentavano il vero motore dell’export, e che non è chiaro al momento quando e se torneranno a generare i numeri da record registrati nel 2019.

Da un punto di vista “burocratico” si è pensato di sopperire al problema estendendo termini e rendicontazione previsti dai bandi Ocm Paesi Terzi, per venire incontro alle difficoltà dei produttori impossibilitati a rispettare le progettualità finanziate nel 2019. Queste comprendevano, appunto, la partecipazione a Vinitaly, ProWein e simili. D’altro canto appare chiaro e lampante come continuare a vendere all’estero rappresenti l’unica e sola ancora di salvezza per il settore.

Non a caso proprio l’export di vino italiano nei primi tre mesi del 2020, e cioè a ridosso della pandemia, è riuscito nell’arduo compito, non solo, di reggere l’impatto con il virus, ma anche di riportare un piccolo quando decisivo incremento. Altri settori, dall’alimentare al tabacco, non sono riusciti in tanto.

Un chiaro segno della stabilità di un mercato, quello dell’export di vini italiani, fondamentale al punto da resistere a prove di forza impietose. La soluzione è quella di continuare a vendere, trovando nuove strade per incontrare importatori internazionali interessati ai vini italiani.

Vendere i tuoi vini oggi grazie a internet

Da un lato gli importatori alla ricerca di vini italiani, dall’altro le cantine: come metterli in contatto senza fiere? Ci ha pensato internet e, nello specifico, l’agenzia italiana Elledue, specializzata in export management di vini.

Lo ha fatto condividendo la propria rete di importatori su Wine Business Hub la prima piattaforma digitale italiana in cui incontrare operatori di settore da tutto il mondo alla ricerca di vini italiani.

Un’idea semplice quanto rivoluzionaria: la cantina aderisce al progetto e entro 30 giorni dall’iscrizione incontra il primo contatto selezionato in base a Paese di provenienza e canale di riferimento (GDO o HoReCa). Il tutto in una chat room sicura, intuitiva e brandizzata, con la consulenza opzionale dei professionisti di Elledue in grado di supportare il produttore durante tutto il colloquio.

Se desideri vendere i tuoi vini all’estero fallo con Wine Business Hub: la soluzione più veloce e conveniente per l’export di vini italiani. Visita il sito www.winebusinesshub.it e scopri le nostre Call4Wine: importatori da tutto il mondo stanno già cercando i tuoi vini!

Antonio Secondo



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