vendere vino all'estero

Come trovare contatti di importatori di vino online

La svolta in digitale nel mondo del vino era iniziata già prima della pandemia. L’avvento di quest’ultima, però, ha accelerato sensibilmente la transizione in digitale anticipando, secondo i dati raccolti dal The Economist, di circa 5 anni lo sviluppo di strategie in questa direzione.

Riorganizzarsi online sin dall’inizio dell’emergenza è stata la più ovvia risposta alla mancanza di fiere e eventi settore, coinvolgendo in modi diversi tutti gli aspetti relativi alla vendita, da quelli trade al retail. Ma non sono mancate le difficoltà.

Perché se per la vendita di vino al dettaglio, nonostante l’exploit registrato dalle transazioni e-commerce la primavera scorsa a guidare il mercato è stata sempre la grande distribuzione (con numeri in grado di rispondere alle reali esigenze delle aziende agricole, a differenza del primo), per l’export molte cantine hanno continuato a brancolare nel buio durante tutti i primi mesi di lockdown.

D’altronde, il processo di digitalizzazione sarà anche stato anticipato dall’insorgere dell’emergenza Covid, ma al suo arrivo il settore non era ancora pronto a rispondere.

Il vino italiano ha ancora molto da fare per posizionarsi in digitale

Il successo dell’italian wine a livello internazionale, consacrato dagli incredibili risultati raggiunti nel 2019, è ancora strettamente legato al trade tradizionale. Matching, degustazioni, scouting di importatori avvengono perlopiù in fiera. Quando queste sono venute a mancare a causa del Covid, l’intero settore è entrato in crisi.

Dati alla mano, appare ormai chiaro come il 60% della produzione enologica del Bel Paese sia indissolubilmente legata al mercato estero. Tra GDO, ristorazione e negozi specializzati, oltre la metà del vino italiano varca ogni anno i confini nazionali. Per questo, l’export costituisce oggi il principale mercato per i nostri vini. E pensare di venderlo senza concrete strategie online è una strada senza uscita.

Tanto più che alcuni dei principali poli di approdo per il vino italiano, come la Cina, sono ormai quasi completamente proiettate in digitale. Allo stesso modo inizia sempre di più a funzionare la ricerca di importatori negli USA, nel Regno Unito e in altre nazioni.

Online si cercano importatori, si conducono le trattative, si vendono i vini e si promuovono. Tutto passa all’interno di nuovi e pionieristici canali digitali e non è un caso se le stesse fiere stiano lavorando in tal senso. Ma ancorate al palo delle tradizionali strategie offline troviamo ancora molte, troppe, aziende italiane. Secondo i dati Omnicom Group, oltre il 90% delle cantine italiane ha un sito internet, ma sono pochissime quelle che lo considerano una risorsa. Certo, sezioni blog e form di contatto non mancano, così come – spesso – le pagine e-commerce (create più in risposta ai requisiti di ammissibilità previsti dai bandi Ocm, che per reale fiducia nelle loro potenzialità).

Ma si tratta di vetrine che, da sole, non producono risultati e che per generarne necessitano di professionisti e investimenti pubblicitari. Senza contare che si tratta quasi sempre di strategie B2C, quindi non adatte all’export. Ciò che occorre, quindi, sono nuove opportunità per degustazioni online, in grado di favorire i matching tra produttori e importatori per dare continuità all’export.

Export di vini online: come trovare importatori?

Le strategie provenienti da canali online come social network, e-commerce e siti di settore non rispondono ai requisiti in gioco e occorrono pertanto nuove e dinamiche proposte per supportare il settore.

Una prima spinta in questo senso arriva dalle stesse organizzazioni fieristiche, preoccupate per il protrarsi dell’emergenza e l’impossibilità di non riuscire a tornare a breve con le degustazioni in presenza. Spinta promossa anche da voci autorevoli del settore per sollecitare lo sviluppo di alternative in grado di affiancare le strategie tradizionali. Anche l’Europa ha fatto la sua parte, includendo per la prima volta, lo scorso anno, le attività di scouting e degustazione online tra le voci di spesa ammissibili dei bandi Ocm Vino Paesi Terzi.

Ma dove trovare piattaforme per investire o adatte alla ricerca online di importatori stranieri alla ricerca di vini italiani?

Una prima risposta esiste, ed è Wine Business Hub

Wine Business Hub è la prima piattaforma dove selezionare e incontrare importatori di vini internazionali interessati ad acquistare vino italiano. Una risposta chiara, concreta e digitale alle necessità di produttori e importatori di vini, che permette di vendere le proprie referenze da remoto, grazie ad una semplice connessione internet.

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Antonio Secondo



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